Le Cadenze Musicali – Tutto quello che devi sapere

Se anche tu ti stai imbattendo per la prima volta nello studio dell’armonia, questo articolo fa al caso tuo.
Ti sei mai chiesto perché/come riusciamo a capire che un brano è finito anche se non lo conosciamo? la tua risposta probabilmente sarà “si sente” e non è del tutto sbagliata. Più tecnicamente, però, la risposta sta nelle cadenze musicali.
Di seguito ti spiegherò quali sono, come si usano e come risolvono. 
Continua a leggere per saperne di più!

Cosa è una cadenza

La cadenza è il moto che porta ad una chiusa, ovvero la successione di due o più accordi che danno alla frase un senso di risoluzione o chiusura. In parole più semplici, la cadenza è un movimento armonico che si può trovare alla fine di un brano o di una frase musicale e serve a concludere o interrompere il discorso. Se volessimo fare un paragone con la grammatica, le cadenze sarebbero la punteggiatura.
Vi sono varie forme di cadenze:

  • la cadenza dominante – tonica
  • la cadenza plagale
  • la cadenza evitata
  • la cadenza sospesa

Cadenza dominante – tonica (V grado che va al I)

La cadenza dominante – tonica avviene quando all’accordo di dominante, ovvero il quinto grado della scala, segue l’accordo di tonica (I grado della scala). 

Questa cadenza è la più utilizzata in diversi generi musicali, dalla classica al pop, ed è sicuramente quella che avrai sentito di più soprattutto alla fine di un brano. Dal punto di vista grammaticale corrisponderebbe ad un punto, per questo se ascolti l’esempio in basso ti accorgerai come all’orecchio suona conclusiva. 

Di questo gruppo fanno parte tre tipi di cadenze dominante-tonica:

  • cadenza perfetta semplice
  • cadenza composta consonante
  • cadenza dissonante

Cadenza perfetta semplice

La cadenza perfetta semplice è caratterizzata da un solo accordo di dominante che risolve (cioè viene seguito) da un accordo di tonica, tutti e due in stato fondamentale ovvero con al basso la fondamentale. Se non conosci bene i rivolti ti consiglio di leggere questo articolo perché sono essenziali per comprendere le cadenze.

Composta consonante

La cadenza composta consonante è una movimento cadenzale formato da due accordi, in particolare da un accordo di tonica seguito da un accordo di dominante, con al basso il V grado

La cadenza composta consonante si armonizza con 6-8-4 / 5-8-3, questi numeri chiamati “numerica” non sono altro che l’intervallo che c’è tra la nota al basso e le altre note dell’accordo. 

Ti spiego meglio, prendiamo come tonalità di riferimento DO maggiore, il V grado di DO, ovvero SOL, nella cadenza composta consonante, viene armonizzato con due accordi il primo di questi con numerica 6-8-4, tutto quello che dobbiamo fare per trovare l’accordo in questione è contare sei suoni in senso ascendente partendo da SOL e troveremo la nota MI, successivamente otto suoni e troveremo la nota SOL e infine quattro suoni e troveremo la nota DO. Ecco il nostro primo accordo: MI SOL DO
Il secondo invece, seguendo lo stesso ragionamento, avendo numerica 5-8-3 sarà formato dalle note RE SOL SI. 
Infine la cadenza conclude sul I grado.

La cadenza composta consonante è una movimento cadenzale formato da due accordi, in particolare da un accordo di tonica seguito da un accordo di dominante, con al basso il V grado

Composta dissonante

La cadenza composta dissonante è formata da un accordo di dominante dove la terza dell’accordo viene “ritardata” ovvero viene posticipata.
In questo tipo di cadenza si creano due momenti musicali, nel primo si percepirà un senso di incompletezza dato dal ritardo della terza e nel secondo un senso di tensione massima, dato dall’accordo di dominante in stato fondamentale.

Dal punto di vista dell’armonia i due accordi avranno rispettivamente la numerica 5-8-4 e 5-8-3.
Per comodità manteniamo l’esempio sempre nella tonalità di DO maggiore, quindi, il primo accordo che si forma sul SOL sarà composto dalle note RE-SOL-DO, il secondo accordo, ovvero 5-8-3 sarà costituito dalle note RE-SOL-SI.
E’ bene dire che il medesimo effetto si otterrebbe in qualsiasi posizione armonica 

Cadenza plagale (IV grado che va al I)

La cadenza plagale si forma concatenando il IV grado al primo, quindi quando il basso va dalla sottodominante alla tonica.
La sensazione percepita è simile alla cadenza V – I, anche se la cadenza plagale risulta un pò più debole; anch’essa simile al punto fermo ma con una diversa sfumatura.

Nelle pratiche di accompagnamento viene utilizzata quando bisogna mantenere un accordo di tonica per più battute: per evitare la stasi della ripetizione continua dell’accordo del primo grado si può alternare con l’accordo del quarto grado

E’ anche chiamata cadenza dell’ “Amen”, perché era spesso utilizzata in corrispondenza di questa parola durante il rito della messa liturgica.

Cadenza evitata (V grado che va al VI con 3-5-3)

La cadenza evitata è data dal collegamento del V grado al VI grado (dalla dominante alla sopradominante) anziché al I, in modo da generare un’impressione non conclusiva che si può paragonare ad una virgola, o ad una lineetta.
Ovviamente, il suo posto non è alla fine di un pezzo, ma solo nel corso del suo sviluppo.
Non è difficile riconoscerla, dal momento che essa “suona” interrotta evitando la conclusione.

Cadenza sospesa 

La cadenza sospesa è data dal collegamento di un accordo qualsiasi a quello costruito sul V grado.
In pratica, quest’ultimo è generalmente preceduto da uno dei seguenti gradi: II, IV, VI o I.
La cadenza imperfetta è una via di mezzo tra la virgola ed il punto e virgola, secondo i casi e il contesto.

Le quattro formule di cadenza appena viste (dominante-tonica, plagale, evitata, sospesa) possono essere precedute da accordi di vario genere, ad esempio dal II, IIb o IV grado,


Quando una cadenza termina su un tempo forte si chiama maschile; quando termina su un tempo debole si chiama femminile.


La terza piccarda

Un’interessante variante armonica si può ottenere concludendo un pezzo scritto in tonalità minore con un accordo maggiore al posto del dovuto minore. La terza dell’accordo, che risulta così modificata, prende il nome di terza piccarda, il suo effetto richiama l’attenzione dell’ascoltatore, come uno spiraglio che illumina improvvisamente un luogo buio.

L’accordo di quarta e sesta 

Oltre alle cadenze già affrontate, è importante conoscere anche un accordo particolare detto candenzante di quarta e sesta. 

Questo accordo si usa quando sul quinto grado viene sovrapposto un accordo di tonica, mi spiego meglio.
Se, ad esempio, siamo in DO maggiore, prendiamo la dominante (5o grado) come riferimento, ovvero il SOL; adesso, al posto di costruire su di esso l’accordo di dominante costruiamo l’accordo di tonica, avremo quindi:
SOL – DO – MI – SOL
in questo caso abbiamo ottenuto un intervallo di quarta fra il basso SOL e il DO, e un intervallo di sesta fra il basso SOL e il MI, ecco perchè l’accordo si chiama di quarta e sesta.

la sua caratteristica è che a differenza dell’accordo di tonica che viene utilizzato con funzione conclusiva, questo viene utilizzato con funzione preparatoria all’ accordo di dominante.

In altre parole, l’orecchio dell’ascoltatore non è soddisfatto finché l’accordo di quarta e sesta non ha raggiunto l’accordo di dominante

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